Il Fotografo Di Auschwitz by Luca Crippa Maurizio Onnis

Il Fotografo Di Auschwitz by Luca Crippa Maurizio Onnis

autore:Luca Crippa, Maurizio Onnis
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
Tags: Biography & Autobiography, General
ISBN: 9788858509968
editore: Edizioni Piemme
pubblicato: 2013-10-14T22:00:00+00:00


9

Continuare a dimenticare. Non smettere di dimenticare. Cancellare ogni giorno quanto visto il giorno precedente. Lasciarsi alle spalle ogni ora, seppellirla nel buio. Era la regola per poter andare avanti. E anche verso il futuro Brasse si sforzava di tenere gli occhi ben chiusi: niente sogni, niente illusioni. Vivere nell’attimo, e così sopravvivere.

Nei giorni successivi si impose l’oblio, come faceva sempre. Le foto delle quattro ragazzine ebree giunsero al loro committente, che non mancò di far pervenire i suoi complimenti per l’ottimo lavoro svolto. Walter ne fu estasiato e tutti, al blocco 26, compresero che per qualche motivo la collaborazione tra l’Erkennungsdienst e il lavoro del dottor Mengele veniva considerata di importanza strategica dai loro superiori.

Un mattino ne parlarono, tra compagni di prigionia e di servizio.

«Per noi è meglio che ci siano sempre nuovi incarichi» disse Władysław. «Prima o poi i ritratti delle SS, le copie e gli ingrandimenti delle loro foto finiranno.»

E qui si interruppe la discussione. Inutile aggiungere altro. Capivano tutti benissimo che in caso di minor lavoro sarebbero stati subito decimati.

Brasse scrutò il suo aiutante. Aveva ragione, era ovvio. Ma in quel momento non poté fare a meno di pensare che proprio lui, che adesso parlava così, aveva stampato le foto delle piccole gemelle ebree. Dunque le aveva viste, aveva fissato sulla carta il loro sguardo atterrito, quel misto di paura e di speranza che qualcuno le aiutasse, che una mano pietosa le coprisse. E adesso proprio lui commentava quel lavoro come una buona notizia. Senza alcuna colpa, naturalmente.

Cercò di scuotersi da quei pensieri. Volse lo sguardo intorno. Tadek teneva gli occhi bassi e annuiva col capo alle sagge parole di Władysław. Ma forse ci pensava anche lui, riandava al momento in cui, alla vista delle piccole, la disperazione gli era montata in viso.

«Bene, al lavoro!»

Brasse non aveva mai bisogno di incitare i colleghi. Lo fece d’istinto, per impedire a se stesso di indugiare su quelle penose impressioni.

Si dispersero subito tutti, ciascuno a fare qualcosa.

Lui tornò al ritocco dell’immagine di un soldato tedesco ritratto in abiti civili con la sua fidanzata, una bionda sorridente in costume tradizionale bavarese. Si concentrò, cominciò a migliorare con piccolissimi tocchi la definizione dell’ovale del viso di lei.

E improvvisamente rivide Baśka, la giovane prigioniera politica che lo aveva aiutato a consolare le quattro ragazzine. Fu un lampo, che venne fuori da una regione nascosta del cuore. Desiderò che lei fosse lì, che potessero parlare di quel che era successo. Gli era sembrata così umana. Le sue difese di prigioniera avevano resistito solo per poco alla sua insistenza, quando lui aveva voluto sapere cosa faceva Mengele a quelle piccole. E poi le aveva accarezzate.

Chiuse gli occhi. Quella carezza!

“Wilhelm…”. Si sforzò di risentire la voce di lei che pronunciava il suo nome. Immaginò che lei gli sorridesse, che lo guardasse con amore. Che lo toccasse. Si ricordò che era bella, si accorse che persino in quel momento così drammatico lui l’aveva guardata, l’aveva scoperta come un uomo scopre una donna. Ma allora non aveva potuto soffermarsi su quell’emozione.



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